La sedia del custode – Un noir in salsa islamica


Parlare di un libro che attraverso il noir parla di religione è difficile, ancor di più se la religione in questione è l’islam. Oddio lo sarebbe anche se si trattasse di cristianesimo ma forse, preso atto di quello che è successo all’islam negli ultimi decenni è qualcosa che tocca tutti. Il romanzo è un racconto corale che da voce a tutte le “correnti”, ogni accadimento ci viene raccontato dai protagonisti che sono nè più nè meno che lo specchio di quante sfaccettature abbia la religione. Per fare un paragone comprensibile a chi non abbia dimestichezza con una delle tre religioni monoteiste, diciamo che il Corano, così come la Bibbia, è diviso in versetti (sure) e ovviamente i precetti che vi sono contenuti coprono qualunque aspetto della vita umana. Come per il cattolicesimo, molta parte dei fedeli, per le ragioni più svariate ma probabilmente riconducibili tutte al bisogno di avere un riferimento superiore, citano e si attengono ai versetti, avendoli imparati a memoria dagli imam o dai preti, del tutto incapaci di andare oltre l’interpretazione data. Un paese a sè stante il Marocco rispetto al nord Africa, un paese in cui le leggi sono molto poco legate alla religione, ma che, come ci racconta Rita, negli ultimi trent’anni ha subito una regressione terribile. Rita fa la giornalista a Casablanca, è stata cresciuta da una madre legata alle tradizioni islamiche (che sono ahimè molto simili a quelle cattoliche, c’è solo uno sfasamento temporale). Nonostante la madre è cresciuta donna libera, libera dal velo, libera di aver rapporti con gli uomini libera di vestirsi truccarsi leggere e lavorare. Segue un caso di omicidio che per la polizia è palesemente opera di un terrorista, uno che uccide chi sgarra dai precetti del Corano. Le altre voci con cui la Trabelsi mette a confronto le varie facce dell’islam, sono quelle del commissario della figlia di Rita e del terrorista omicida. Un’operazione complessa quella della scrittrice marocchina, raccontare i tanti volti dell’islam, denunciare la strumentalizzazione di una religione per (fra le altre cose), sottodimensionare la figura della donna. Un percorso all’indietro che ahinoi, l’occidente ha sottovalutato e forse anche agevolato, quando nel lontano 1979 e proseguito poi con l’invenzione dei talebani. Un romanzo che è un inno alla libertà e nello stesso tempo si spera, un punto di ripartenza che è quasi sempre una garanzia. Le donne
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La sedia del custode
Ed. Le Assassine

Autore: coleichelegge

Innamorata perennemente incazzata politicamente scorretta inesorabilmente libera

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