Le Assassine continuano a portarci cose nuove da leggere, e dicendo nuove intendo autrici che normalmente non troviamo in vetrina nelle librerie fra i best sellers (cosa che naturalmente ci auguriamo per questa casa editrice). L’autrice di Echi del silenzio, Chuan Guat Eng è malese di origine cinese così come lo è la protagonista del suo romanzo. Possiamo definirlo giallo o meglio crime story, solo per il fatto che vi si narra di due omicidi, ma in realtà è molto di più. Una saga familiare in piena regola, che però suona del tutto nuova a chi non abbia familiarità con una cultura che sia pur miscelata con quella europea, è lontanissima dalla nostra. Una storia lunga quasi una vita, che coinvolge la protagonista portandola a scoprire legami familiari che mai avrebbe potuto immaginare, amori, lealtà incomprensibili ai più. Un vecchio omicidio che forse è legato ad un uno più recente, sospetti che modificano le prospettive di vita. Una scrittura che definirei classica, che fa quasi pensare più che ad un romanzo, ad una biografia familiare, una saga che parte da lontano, attraversa gli anni della guerra, dell’invasione giapponese fino a tempi più recenti, ricordi e racconti intrecciati sull’onda di cercare la soluzione di quel mistero doppio. Non è un libro da leggere per rilassarsi (oddio dipende poi sempre da come vi rilassate), è un romanzo che richiede tempo per essere assaporato, non vi sarà salire l’adrenalina, ma con qualche sapiente parola o idea lasciata cadere qua e là, riaccende la suspense al momento giusto. Cosa rara, o almeno a me è capitato di rado, per la soluzione, bisogna arrivare proprio alla fine. Buona lettura